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PARTE II – XVI Assemblea nazionale dell’Azione Cattolica Italiana – “Fare nuove tutte le cose”

Giorno 29 i lavori sono iniziati dopo la celebrazione mattutina, presieduta da S. E. mons. Nunzio Galantino (Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana), il quale nell’omelia del Vangelo del giorno (Mt 11,25-30), quel “Prendete su di voi il mio giogo” vuol dire, per mons. Galantino caricare la nostre vite e le nostre relazioni di amore. Un amore che “genera, cura, conforta e da ristoro”. Solo se radicate in questo amore le nostre comunità saranno “capaci di fare nuove tutte le cose”, attraverso la bellezza di “legami autentici”. C’è bisogno di “case accoglienti, luoghi di rigenerazione, anticipazione di futuro”.  img-20170429-wa0017

Durante la giornata hanno preso la parola, Monica Del Vecchio e Maurizio Semiglia, responsabili nazionali dell’Area della promozione associativa, La promozione associativa non deve essere fatta per diventare tanti, ma fare qualcosa per gli altri ed arricchirli”, incoraggiando i soci a partecipare alle varie iniziative promosse dall’ AC, tra le quali BenvenutoACasa per la visita delle sedi dell’Azione Cattolica Italiana, Auguri a… per segnalare anniversari e compleanni speciali di aderenti o associazioni, la seconda edizione di DovEstate, per la promozione di tutte gli eventi associativi estivi e la nuova iniziativa di servizio Al vedere la stella… presso l’ Hogar Niño Dios di Betlemme, per serre segno concreto con cui l’Azione Cattolica Italiana ricorda i suoi 150 di fondazione, “Ognuno per essere realmente formato dovrebbe vivere un momento serio di servizio”.

In seguito Matteo Truffelli, ha esposto la sua relazione assembleare.

Il Signore ogni giorno fa nuove tutte le cose e il passato non deve essere visto come qualcosa di obsoleta, da buttar via, perché la nostra fede si alimenta e si nutre della nostra memoria, i ricordi dei nostri padri ardono sempre di una fiamma accesa. Bisogna andare alle radici, perché “Quanto più lucida è la memoria del passato, tanto più chiaro si apre il futuro, perché si può vedere la strada realmente nuova e distinguerla dalle strade già percorse che non hanno portato da nessuna parte” Papa Francesco

La nostra storia ha portato frutti grazie al suo stile sinoidale, dobbiamo guardare al passato, non per essere nostalgici, rimanendo statue da museo, ma per essere novità, radicati nel futuro, custodi dell’essenziale.

img_20170430_190001Siamo e vogliamo rimanere radicati dentro le parrocchie, per aiutarle a reinterpretarsi in senso missionario e a camminare con lo stesso passo e nella stessa direzione di ciascuna diocesi”. Ma, allo stesso tempo, dobbiamo sentirci interpellati in maniera forte anche dai percorsi di riorganizzazione territoriale che molte Chiese locali stanno vivendo.

Non dobbiamo essere l’élite, ma essere popolo vicino ad ogni persona, coinvolgendoli a camminare nel mondo non da soli ma insieme, facendo germogliare in loro una gioia più grande.

È il momento di lasciare un po’ di titubanze e timidezze, rispolverando l’ardore e la generosità, ma forse anche quel pizzico di giovanile sfrontatezza, con cui centocinquant’anni fa Mario Fani e Giovanni Acquaderni decisero di mettersi insieme a un gruppetto di altri giovani e ad alcuni amici sacerdoti per gettare il seme buono del Vangelo dentro le zolle del proprio tempo”.

Inseguito il presidente ha nominato l’Ufficio di presidenza, diretto da Silvia Lantra, il quale compito era di coordinare i vari lavori assembleari.

Dopo pranzo, l’Assemblea divisa in gruppi, ha lavorato sul Documento assembleare, per rettificare e proporre degli emendamenti da discutere per il giorno seguente.

Significativa la presenza di Padre Vladimir Laiba, della Chiesa ortodossa del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, “Tutte le chiese devono essere collegate da un dialogo ecumenico. Quando si va in profondità nel dialogo aprendo il proprio cuore, si diventerà veri testimoni della missione di Dio”.

 

Mario Li Vigni

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