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INCONTRO DI FORMAZIONE SETTORE ADULTI – Io sono l’altro: di te mi prendo cura “Va e anche tu fa lo stesso”

“IO SONO L’ALTRO: DI TE MI PRENDO CURA”

Si è svolto domenica 28 febbraio u.s. alle ore 16.00, in diretta sulla pagina Facebook e canale You Tube dell’Azione Cattolica della Diocesi di Mazara del Vallo, l’incontro di Formazione del Settore Adulti.

L’incontro organizzato dai Vicepresidenti Alberto ALAGNA e Maria CARACCI è scaturito dalla necessità di raggiungere in qualche modo tutte quelle persone che per via della pandemia Covid-19 si trovano isolati in casa in situazione di solitudine e sofferenza per mancanza di relazioni umane. Per fare ciò siamo stati spronati dall’enciclica “Fratelli Tutti” di papa Francesco che al n. 198 cita queste parole: AVVICINARSI, ESPRIMERSI, ASCOLTARSI, GUARDARSI, CONOSCERSI, PROVARE A COMPRENDERSI, CERCARE PUNTI DI CONTATTO, tutto questo si riassume nel verbo “DIALOGARE”.

L’evento è iniziato con i saluti della Presidente Diocesana Enza LUPPINO che ha detto:

<<Questo pomeriggio ci troviamo insieme per vivere un momento di condivisione e formazione per ascoltare e meditare insieme parole di Cura: Cura per noi stessi e per gli altri cioè tutti coloro che incontriamo nel nostro cammino.

Il filosofo Heidegger sostiene che gli esseri umani sono ciò che vanno facendo. Allora si può dire che il modo di fare la cura rivela il modo di essere di una persona. Noi stessi siamo oggi quello che siamo o possiamo essere, grazie alle attenzioni e alla cura che gli altri hanno dato a noi. Qualsiasi gesto fatto con amore è un atteggiamento di bene e le persone che lo ricevono diventano migliori. Chi riesce a realizzare una buona cura nella logica della gratuità è capace di un profondo rispetto dell’altro e di una grande generosità.

Concludendo questo incontro mi piace pensare che quanto detto sicuramente tocca ogni uomo ma deve toccare e far riflettere maggiormente noi cristiani che in funzione della nostra fede siamo chiamati ad avere cura dell’altro, superando i pregiudizi, gli interessi personali, le barriere

Siamo chiamati ad avere uno sguardo diverso sul mondo e sull’uomo, siamo chiamati non ad essere semplici comparse ma ad essere protagonisti, portando, nella nostra quotidianità fatta di fragilità, la gioia di viverle insieme, trasformando i limiti in forza, opportunità, comprensione, perdono, misericordia, cammino, libertà.

Trasformare tutto ciò che fragilità in dono aiutandoci a vicenda a spalancare la porta del nostro cuore, affinché l’altro possa entrare così come è, sentendosi Sop-portato e SUP-portato, perché accolto come dono.

La cura dell’altro non è semplicemente altruismo, cioè far del bene all’altro, ma aver cura anche della fragilità che sento dentro di me e che ho anche io. Una cura del mio Essere per prendermi cura degli altri. Conoscere e curare se stessi per trasformare il nostro agire verso gli altri superando l’individualismo e la chiusura.  Una cura che si riflette anche nella vita pubblica attraverso una politica con la P maiuscola, che sia equa per tutti, dove nessuno venga lasciato indietro, solo o emarginato>>.

Un dialogo di cura che abbiamo condiviso con alcuni ospiti che ci hanno condotto in una riflessione spirituale, sociale e politica del prendersi cura dell’altro. A moderare l’incontro è stato il caro amico Gino GANDOLFO Vice Presidente del Settore Adulti della Delegazione Regionale. Nella sua introduzione all’enciclica “Fratelli Tutti” Gino ha voluto ricordare i 28 dipinti di Giotto che si trovano nella Basilica di Assisi e che in realtà dovevano essere 29. L’ultima doveva essere quella della rappresentazione di S. Francesco che abbracciava il lebbroso ma la borghesia di allora per non dare brutta immagine alla città di Assisi non ha permesso la realizzazione. <<L’enciclica di papa Francesco rappresenta quel dipinto mai realizzato allora – dice Gino – un dipinto venuto a mancare in tutti questi anni all’intera umanità, il gesto di S. Francesco che abbraccia gli scartati della società. Ed è per questo che noi oggi come associazione, specialmente in questo periodo di emergenza sanitaria, non dobbiamo dimenticare che ci sono sempre ai margini della strada delle persone scartate e invisibili alla società e ci viene chiesto di aprire bene gli occhi di fermarci e prenderci cura di loro>>.

Il momento di spiritualità e’ stato condotto da Don Davide CHIRCO, Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Pastorale delle Vocazioni che ha commentato il cap. II dell’enciclica e la parabola del Buon Samaritano:

<<La parabola del Buon Samaritano è l’icona biblica della Fratelli Tutti. Una parabola che si può leggere da due punti di vista: dalla parte del Samaritano e dalla parte dell’uomo percosso. Entrambe figure di Cristo, entrambi sono “prossimi” all’altro. Cosa devo fare per essere prossimo e guadagnarmi la vita eterna? Chiede un dottore della legge a Gesù. A volte pensiamo che la vita esterna la possiamo comprare con le nostre buone azioni. Forse la domanda doveva essere: “Chi devo essere, chi voglio essere” una domanda impostata sulla persona sulle relazioni e non sulle cose da fare. Una domanda fondata sull’amore che è un atto di volontà libero; il Vangelo non ci impone di amare ci dice che l’amore non è un’imposizione ma è la vocazione stessa dell’essere umano, è grammatica del tuo essere, è vita della tua stessa anima. E allora “Chi è il mio prossimo”. Purtroppo negli ultimi anni abbiamo assistito all’incuranza del prossimo da parti di chi guarda dall’alto verso il basso e non dal basso verso l’alto. Il prossimo è chi ha compassione del fratello. Come dice ancora papa Francesco dobbiamo diventare, noi cristiani, nel nostro intimo una comunità che fa della fragilità altrui un tesoro, costruttori di comunità facendo propria la fragilità dell’altro senza aver paura perché la fragilità è punto di partenza per costruire una comunità di fratelli vista come un trampolino di lancio, un’occasione, un’opportunità per ricomprenderci e ricomprendere il nostro essere chiesa. Dobbiamo cercare di essere costruttori di comunità con il “noi” e non con il “io”. Il Buon Samaritano per concretizzare il suo gesto si serve di altri fratelli, vedi l’albergatore, la malattia che oggi soffre la nostra società è quella dello scarto, dallo scarto alimentare ed ambientale siamo arrivati allo scarto umano, lo scarto del fratello, dell’uomo considerato inutile: lo scarto dell’anziano, del migrante, del disabile. Ma la pandemia ci ha fatto capire che come ha detto papa Francesco lo scorso 27 Marzo 2020 in piazza S. Pietro deserta “Nessuno si salva da solo” tutti abbiamo bisogno dell’altro e Dio ci salva tutti insieme come comunità. Il Buon Samaritano ci insegna che il fratello che abbiamo accanto è presenza di Cristo e questa presenza ci interpella ogni giorno>>.

La testimonianza sociale (FT cap. III) e’ stata della Prof.ssa Enza GUCCIARDO, già Presidente Nazionale dell’Ass. Fede e Luce Onlus e Coordinatrice di Comunità:

<<Chi è prossimo a me? È la domanda che possiamo farci sollecitati dall’inizio del terzo capitolo di Fratelli Tutti che cita: non si giunge alle proprie verità se non con l’incontro con l’altro”. E ancora: nessuno può sperimentare il valore della vita senza volti concreti da amare”. La relazione con le persone con fragilità mentale ti permette di accogliere le tue fragilità, di prenderti cura di te stesso, accogliere e fare spazio agli altri. Questo permette di pensare e generare un mondo aperto. Si tratta di ribaltare il punto di vista e considerare che l’incontro con la diversità è il banco di prova per la tua maturità relazionale e quindi per la tua salvezza>>.

La politica (FT cap. V) ha un ruolo predominante sulle decisioni degli uomini e a parlarne è stato l’Ing. Francesco CRINELLI, già Presidente Diocesano AC e attuale Consigliere Comunale al Comune di Partanna:

<<Di te mi prendo cura non significa “ti accontento”, ma “scelgo il meglio di te”. Ma chi è l’oggetto della cura? Papa Francesco ci riporta all’immagine del popolo, quindi la politica potrebbe essere definita come l’arte di prendersi cura del popolo. La politica è “questione di cuore” (cit. Don Bosco), perché nel concetto di popolo c’è sentimento comune, apertura generosa, identità matura che sa capire quando e come cambiare. Allora c’è bisogno di una Nuova Politica Integrale basata su alcune parole chiave:

  • Diritti, lotta contro le discriminazioni e l’odio;
  • Cura del Creato, ecologia integrale secondo il Magistero di papa Francesco;
  • Legalità, non c’è spazio per illegalità né per il sospetto;
  • Giustizia, la giustizia è verità, serve uguaglianza sociale;
  • Solidarietà, intesa come carità sociale, asimmetrica per definizione, con l’attenzione per chi ha meno>>.

L’incontro di formazione si è concluso con i saluti della Vice Presidente del Settore Adulti Maria CARACCI: <<Con l’enciclica “Fratelli Tutti” papa Francesco sveglia le coscienze e mette di fronte alla responsabilità sociale ed individuale, per non lasciare indietro nessuno…perché l’altro sono io. L’Azione Cattolica da sempre ha per carisma andare incontro alle persone bisognose di cure e amore, quell’Amore che testimonia l’incontro con Gesù. Oggi, farsi prossimo dell’altro ci interpella tutti…la luce del Signore ci illumini nel nostro cammino e renda il nostro sguardo attento ai fratelli che ci pone accanto prendendocene cura, come ha fatto il Buon Samaritano>>.

 

Grazie a tutti.

“Và e anche tu fa’ lo stesso”

(Gv. 10,37)

Mazara del Vallo, lì 03 Marzo 2021

L’addetto stampa AC Diocesana

Alberto ALAGNA

 

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